La visita colon proctologica rappresenta un importante strumento di prevenzione delle malattie del tratto colorettale.
La Colonproctologia è una branca ultraspecialistica della Chirurgia e della Gastroenterologia: in alcuni paesi europei e negli Stati Uniti, è riconosciuta come specialità universitaria indipendente.
Quando sottoporsi ad una visita colon proctologica?
A scopo di prevenzione, dopo i 40 anni. Se nella famiglia si sono verificati dei casi di tumore al tratto colo rettale, la visita dovrebbe essere effettuata a 30 anni, anche in assenza di sintomi.
Vi sono alcuni sintomi che devono indurre il paziente a richiedere una visita colon proctologica. Consideriamo i principali:
Il sanguinamento
Può manifestarsi come piccole tracce di sangue sulla carta igienica o sulla biancheria intima oppure può essere copioso durante e/o dopo l’atto defecatorio. Il sangue può essere di un colore rosso vivo oppure scuro commisto a coaguli. A volte con il sangue può essere presente anche muco. Nella maggior parte dei casi è dovuto a patologie comuni e benigne quali emorroidi o ragade anale. Tuttavia, altre patologie più serie possono determinare il sanguinamento con caratteristiche molto simili a quelle descritte, per cui si raccomanda di eseguire una visita colon proctologica ogni qual volta sia presente un sanguinamento anale.
Il dolore
Se localizzato alla regione anale, le cause più comuni sono la ragade anale, l’ascesso perianale e la trombosi emorroidaria acuta. Può essere di varia entità e descritto come bruciore ma rappresenta sempre un grosso problema per il paziente. Può essere variamente associato ad altri sintomi quali il sanguinamento e la febbre. Se il dolore è localizzato all’addome, più o meno associato ad altri sintomi come diarrea, stipsi o emissione di muco con le feci, le cause potrebbero essere estremamente varie per cui è sempre bene consultare il Curante e richiedere una visita colon proctologica.
Il prurito anale
E' un sintomo comune a molte patologie come le dermatiti perianali, la ragade anale, le emorroidi. Può essere anche il primo sintomo di patologie meno frequenti quali le parassitosi, la psoriasi, la condilomatosi o altre patologie più complesse. Il prurito non è una malattia ma è un sintomo comune a molte affezioni morbose.
Le alterazioni dell’alvo
Quando insorgono variazioni nella frequenza delle evacuazioni, nella qualità e/o quantità delle feci (periodi di stipsi alternati a diarrea oppure scariche di diarrea commista a sangue…), è importante richiedere subito una visita colon proctologica. Questi sintomi possono essere dovuti a banali infezioni virali (sindromi influenzali) o alimentari (intolleranze ad alcuni alimenti) ma possono rappresentare la prima manifestazione di patologie più importanti. Episodi ripetuti di diarrea commista a muco e sangue con dolori addominali, soprattutto in giovane età, possono essere il primo sintomo di una malattia infiammatoria cronica dell’intestino come il M. di Crohn o la Rettocolite Ulcerosa (RCU).
Il "soiling"
È la piccola perdita di secrezione mucosa dall'ano, più o meno associata a minime quantità di feci, che spesso viene notata dal paziente sulla biancheria intima. E' responsabile della fastidiosa sensazione di "ano umido" e della costante necessità di dover “asciugare” l’ano anche più volte al giorno. Questo sintomo è comunemente riferito nei casi di prolasso mucoso del retto ed emorroidi ma può essere dovuto ad altre patologie del tratto anorettale più complesse e serie.
I sintomi da ostruita defecazione
Più frequenti nelle donne, sono rappresentati dalla difficoltà all’evacuazione per la sensazione della presenza di un “tappo” a livello dell’ultimo tratto del retto durante lo sforzo per evacuare. Le feci fuoriescono in parte o non fuoriescono affatto: la paziente ha l’impressione di non aver completamente svuotato il retto e di avere ancora feci da espellere. L’evacuazione risulta pertanto frammentata, la paziente cambia posizione sul vater e, nei casi più importanti, utilizza manovre manuali, aiutandosi cioè con le dita nel retto o in vagina. Questi sintomi sono comuni nel prolasso del retto e nel rettocele (invaginazione retto anale e rettocele anteriore) associati o meno ad altre patologie intestinali. Possono dipendere anche da alterazioni nella funzionalità muscolare del perineo e spesso sono associati a sintomi come l’incontinenza urinaria da sforzo in quanto dovuti ad un prolasso che non riguarda solo il retto ma tutti gli organi contenuti nella piccola pelvi (sindrome del perineo discendente). Anche la patologia neoplastica può manifestarsi con questi sintomi per cui è necessario eseguire sempre una visita colon proctologica.
Il tenesmo rettale
Si intende la sensazione di ripienezza del retto con il desiderio continuo ad evacuare. Il paziente ha la sensazione di dover svuotare il retto ma non riesce nel suo intento. Questo fastidioso ed importante sintomo, associato a febbre e diarrea, può essere espressione di una malattia virale acuta. Nell’anziano, soprattutto se costretto a letto, il tenesmo rettale può associarsi a dolore anale ed essere espressione del cosiddetto “fecaloma”, cioè di una massa molto dura di feci che riempie completamente il retto al tal punto da fargli perdere la sua capacità espulsiva. Il tenesmo può essere però espressione di una neoformazione del retto: mano a mano che questa aumenta di dimensione, il tenesmo diviene sempre più frequente. Pertanto si tratta di un importante sintomo che non deve mai essere sottovalutato e richiede una visita in breve tempo.
Senso di peso anale o perineale
Può costringere il paziente alla posizione sdraiata al fine da ridurne l'intensità. E’ un sintomo molto frequente nella donna affetta da importante prolasso rettale, uterino (colpocele) o vescicale (cistocele). E’ comune nella sindrome da ostruita defecazione o nelle patologie funzionali del pavimento pelvico. Può essere l’espressione di un enterocele o di un sigmoidocele stabile (discesa del piccolo intestino o del sigma nello spazio tra il retto e l’utero). Talvota questo sintomo è tamente importante da diventare un vero e proprio problema psicologico per il paziente che, talvolta, rende difficile la sua vita di relazione.
Sintomi associati
Non è infrequente che sintomi caratteristici di disfunzioni colo rettali possano essere associati ad altri sintomi riconducibili a patologie uro-ginecologiche. Un esempio è l’incontinenza urinaria da sforzo: quando la vescica è ripiena di urina e la paziente tossisce o compie uno sforzo fisico, alcune gocce di urina possono fuoriuscire involontariamente. L’associazione di questo sintomo con la difficoltà all’evacuazione è tipica della sindrome del perineo discendente e della sindrome da ostruita defecazione. Altri sintomi possono essere i bruciori urinari dovuti alla concomitanza di cistiti ricorrenti, presenza di tumefazione interna alla vagina che può addirittura superare la commessura vulvare (rettocele, cistocele o colpocele), dermatiti perineali da infezioni batteriche o fungine associate.
La Colonproctologia è una branca ultraspecialistica della Chirurgia e della Gastroenterologia: in alcuni paesi europei e negli Stati Uniti, è riconosciuta come specialità universitaria indipendente.
Quando sottoporsi ad una visita colon proctologica?
A scopo di prevenzione, dopo i 40 anni. Se nella famiglia si sono verificati dei casi di tumore al tratto colo rettale, la visita dovrebbe essere effettuata a 30 anni, anche in assenza di sintomi.
Vi sono alcuni sintomi che devono indurre il paziente a richiedere una visita colon proctologica. Consideriamo i principali:
Il sanguinamento
Può manifestarsi come piccole tracce di sangue sulla carta igienica o sulla biancheria intima oppure può essere copioso durante e/o dopo l’atto defecatorio. Il sangue può essere di un colore rosso vivo oppure scuro commisto a coaguli. A volte con il sangue può essere presente anche muco. Nella maggior parte dei casi è dovuto a patologie comuni e benigne quali emorroidi o ragade anale. Tuttavia, altre patologie più serie possono determinare il sanguinamento con caratteristiche molto simili a quelle descritte, per cui si raccomanda di eseguire una visita colon proctologica ogni qual volta sia presente un sanguinamento anale.
Il dolore
Se localizzato alla regione anale, le cause più comuni sono la ragade anale, l’ascesso perianale e la trombosi emorroidaria acuta. Può essere di varia entità e descritto come bruciore ma rappresenta sempre un grosso problema per il paziente. Può essere variamente associato ad altri sintomi quali il sanguinamento e la febbre. Se il dolore è localizzato all’addome, più o meno associato ad altri sintomi come diarrea, stipsi o emissione di muco con le feci, le cause potrebbero essere estremamente varie per cui è sempre bene consultare il Curante e richiedere una visita colon proctologica.
Il prurito anale
E' un sintomo comune a molte patologie come le dermatiti perianali, la ragade anale, le emorroidi. Può essere anche il primo sintomo di patologie meno frequenti quali le parassitosi, la psoriasi, la condilomatosi o altre patologie più complesse. Il prurito non è una malattia ma è un sintomo comune a molte affezioni morbose.
Le alterazioni dell’alvo
Quando insorgono variazioni nella frequenza delle evacuazioni, nella qualità e/o quantità delle feci (periodi di stipsi alternati a diarrea oppure scariche di diarrea commista a sangue…), è importante richiedere subito una visita colon proctologica. Questi sintomi possono essere dovuti a banali infezioni virali (sindromi influenzali) o alimentari (intolleranze ad alcuni alimenti) ma possono rappresentare la prima manifestazione di patologie più importanti. Episodi ripetuti di diarrea commista a muco e sangue con dolori addominali, soprattutto in giovane età, possono essere il primo sintomo di una malattia infiammatoria cronica dell’intestino come il M. di Crohn o la Rettocolite Ulcerosa (RCU).
Il "soiling"
È la piccola perdita di secrezione mucosa dall'ano, più o meno associata a minime quantità di feci, che spesso viene notata dal paziente sulla biancheria intima. E' responsabile della fastidiosa sensazione di "ano umido" e della costante necessità di dover “asciugare” l’ano anche più volte al giorno. Questo sintomo è comunemente riferito nei casi di prolasso mucoso del retto ed emorroidi ma può essere dovuto ad altre patologie del tratto anorettale più complesse e serie.
I sintomi da ostruita defecazione
Più frequenti nelle donne, sono rappresentati dalla difficoltà all’evacuazione per la sensazione della presenza di un “tappo” a livello dell’ultimo tratto del retto durante lo sforzo per evacuare. Le feci fuoriescono in parte o non fuoriescono affatto: la paziente ha l’impressione di non aver completamente svuotato il retto e di avere ancora feci da espellere. L’evacuazione risulta pertanto frammentata, la paziente cambia posizione sul vater e, nei casi più importanti, utilizza manovre manuali, aiutandosi cioè con le dita nel retto o in vagina. Questi sintomi sono comuni nel prolasso del retto e nel rettocele (invaginazione retto anale e rettocele anteriore) associati o meno ad altre patologie intestinali. Possono dipendere anche da alterazioni nella funzionalità muscolare del perineo e spesso sono associati a sintomi come l’incontinenza urinaria da sforzo in quanto dovuti ad un prolasso che non riguarda solo il retto ma tutti gli organi contenuti nella piccola pelvi (sindrome del perineo discendente). Anche la patologia neoplastica può manifestarsi con questi sintomi per cui è necessario eseguire sempre una visita colon proctologica.
Il tenesmo rettale
Si intende la sensazione di ripienezza del retto con il desiderio continuo ad evacuare. Il paziente ha la sensazione di dover svuotare il retto ma non riesce nel suo intento. Questo fastidioso ed importante sintomo, associato a febbre e diarrea, può essere espressione di una malattia virale acuta. Nell’anziano, soprattutto se costretto a letto, il tenesmo rettale può associarsi a dolore anale ed essere espressione del cosiddetto “fecaloma”, cioè di una massa molto dura di feci che riempie completamente il retto al tal punto da fargli perdere la sua capacità espulsiva. Il tenesmo può essere però espressione di una neoformazione del retto: mano a mano che questa aumenta di dimensione, il tenesmo diviene sempre più frequente. Pertanto si tratta di un importante sintomo che non deve mai essere sottovalutato e richiede una visita in breve tempo.
Senso di peso anale o perineale
Può costringere il paziente alla posizione sdraiata al fine da ridurne l'intensità. E’ un sintomo molto frequente nella donna affetta da importante prolasso rettale, uterino (colpocele) o vescicale (cistocele). E’ comune nella sindrome da ostruita defecazione o nelle patologie funzionali del pavimento pelvico. Può essere l’espressione di un enterocele o di un sigmoidocele stabile (discesa del piccolo intestino o del sigma nello spazio tra il retto e l’utero). Talvota questo sintomo è tamente importante da diventare un vero e proprio problema psicologico per il paziente che, talvolta, rende difficile la sua vita di relazione.
Sintomi associati
Non è infrequente che sintomi caratteristici di disfunzioni colo rettali possano essere associati ad altri sintomi riconducibili a patologie uro-ginecologiche. Un esempio è l’incontinenza urinaria da sforzo: quando la vescica è ripiena di urina e la paziente tossisce o compie uno sforzo fisico, alcune gocce di urina possono fuoriuscire involontariamente. L’associazione di questo sintomo con la difficoltà all’evacuazione è tipica della sindrome del perineo discendente e della sindrome da ostruita defecazione. Altri sintomi possono essere i bruciori urinari dovuti alla concomitanza di cistiti ricorrenti, presenza di tumefazione interna alla vagina che può addirittura superare la commessura vulvare (rettocele, cistocele o colpocele), dermatiti perineali da infezioni batteriche o fungine associate.